Il Caregiver è colui/colei che fornisce cure e accudisce un individuo che ha subìto una diminuzione o perdita di autonomia per vari motivi (demenza, disabilità…).
Si può distinguere il caregiving professionale (dove chi presta cure è personale specializzato e abilitato, come ad esempio l’infermiere, l’assistente domiciliare…) e un caregiving familiare (chi sta accanto, supporta e permette la quotidianità del soggetto, è un familiare).
Il "caregiving" è un'attività difficile e destabilizzante. Come emerge dalla maggior parte degli studi al riguardo, il Caregiver esperisce rabbia, stanchezza, senso di colpa (per il timore di non essere adeguato al compito), o percepisce la sensazione di sentirsi inutile nel dare sostegno al proprio assistito. Dal punto di vista psicologico i sintomi maggiormente individuati nel Caregiver, sono quelli di tipo depressivo e ansiogeni. La tensione del caregiver può manifestarsi anche sul piano fisico (già provato dalle incombenze pratiche) ed è quindi più facile trovare in queste persone problemi gastrici, mal di testa, dolori dovuti anche alle manovre pesanti che attuano, e una serie di disfunzioni immunitarie e problematiche che spesso derivano dal non avere tempo e risorse per poter curare se stessi.
L'assenza di spazi dedicati al proprio benessere può dunque essere deleteria.
Il Caregiver può però essere resiliente, ovvero, può trarre qualcosa di positivo dalla propria esperienza. Il Caregiver infatti, deve essere flessibile quando si trova ad affrontare nuove dinamiche inaspettate, e queste caratteristiche devono essere promosse e rinforzate per essere applicate nella vita quotidiana.
Lo Psicologo si occupa del processo iniziale di elaborazione della diagnosi del proprio caro, dell’accettazione del cambiamento relazionale ed ambientale, della gestione dell’impatto emotivo e di una eventuale elaborazione del cordoglio anticipatorio. Inoltre favorirà il riconoscimento delle risorse personali e familiari, occupandosi del loro corretto utilizzo, aiutando a gestire le dinamiche familiari disfunzionali e promuovendo il cambiamento dell’organizzazione familiare.